Non ho ancora esaurito le cadute

Questa mattina mia figlia e io ci siamo alzate alle 4.15 per vedere il libero di pattinaggio artistico femminile. Tifavamo per Carolina Kostner ovviamente, per campanilismo, sperando in un possibile bronzo, ma volevamo soprattutto vedere le cose meravigliose che le pattinatrici asiatiche ci regalano, la medaglia d’oro KIM Yu-Na e la giapponese ASADA Mao che già a 14 anni faceva il triplo axel, unica donna al mondo a proporlo in gara.

Il nostro cuore stava con Joannie ROCHETTE, che alla vigilia (letteralmente) del programma corto ha perso la mamma per infarto. E’ rimasta a fare il suo dovere, quello per cui si è preparata a vita, anche per il pubblico di casa, e credo abbia vinto una delle gare più difficili che tutti ci troviamo ad affrontare su questa terra: opporre bellezza e volontà al dolore straziante della perdita. Joannie ha vinto la sua gara e ha portato a casa (lei che a casa c’era già) il bronzo. Carolina ha fatto una gara disastrosa: 3 cadute e varie imprecisioni. Ma…

Ma, come ha detto nell’intervista, con la faccia segnata dalla sofferenza e dal disappunto, non ha ceduto come era successo a Los Angeles, ha fatto nel finale i due salti migliori, sa che il potenziale è dentro di lei e attende di uscire. E mi ha regalato un’espressione straordinaria, che voglio ricordare tutte le volte che mi arrovellerò su un errore fatto: “Si vede che non ho ancora esaurito le cadute.”